Sommario
Catullo Biografia
IntroduzioneGuarda anche: Dardano: il mitico fondatore della Dardania e antenato dei Romani |
Catullo non vuole che Aurelio abbia una relazione con il suo amante Juventius. In questa poesia, Catullo chiede ad Aurelio un modesto favore: tenere al sicuro il suo ragazzo. Vuole che Juventius sia puro e senza macchie. Al nono verso, Catullo condivide la paura di Aurelius e del suo pene. Al decimo verso, condivide il fatto che il pene è fatale per i giovani ragazzi, siano essi buoni o cattivi.
Nei versi 11 e 12, Catullo dice ad Aurelio che può usare il suo pene dove vuole, che può concederselo dove vuole. Ma nel verso 13, chiede ad Aurelio di lasciare in pace Juventius, di risparmiarlo. Per dimostrare la sua tesi, Catullo minaccia Aurelio: nei versi dal 14 al 19, gli dice che se commetterà il crimine contro di lui, Aurelio sarà umiliato. Catullo si riferisce ad AurelioSe Aurelio lo fa, Catullo si impietosisce del suo triste destino, che sarà quello di allargarsi l'ano e riempirlo di ravanelli e pesci davanti a tutta la città.
Catullo ha minacciato Aurelio di umiliazione in altre poesie, poiché è chiaro che non vuole che l'uomo abbia rapporti sessuali con Juventius. È seriamente intenzionato a tenere Juventius per sé, e sembra che nulla sia off limits quando si tratta di minacce.
Nelle righe dalla sesta all'ottava, Catullo scrive di non essere preoccupato per la "folla volgare" (la gente per le strade di Roma) e di non temere ciò che accade per le strade quando la gente è impegnata negli affari.
Si preoccupa solo di Aurelio e di ciò che potrebbe fare a Giovenale, dal punto di vista sessuale. Catullo potrebbe temere che a Giovenale possa piacere di più Aurelio, soprattutto se il suo pene è "fatale" per gli altri uomini. Tutta questa attenzione per Aurelio potrebbe essere un segno che Catullo è insicuro della sua capacità di tenere Giovenale per sé.
Guarda anche: La catarsi in Antigone: come le emozioni plasmano la letteraturaCarmen 15 |
Linea | Testo latino | Traduzione in inglese |
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1 | COMMENDO tibi me ac meos amores, | A te, Aurelio, affido tutto me stesso, anche il mio amato, |
2 | Aureli. ueniam peto pudentem, | e vi chiedo un favore, un modesto favore. |
3 | ut, si quicquam animo tuo cupisti, | Se avete mai desiderato con tutta l'anima |
4 | quod castum expeteres et integellum, | per mantenere qualsiasi cosa pura e priva di macchie, |
5 | conserues puerum mihi pudice, | e poi custodire il mio ragazzo ora al sicuro, |
6 | non dico a populo- nihil ueremur | Non intendo dalla folla dei volgari; non ho alcun timore |
7 | istos, qui in platea modo huc modo illuc | di coloro che vanno e vengono per le nostre strade |
8 | in re praetereunt sua occupati- | assorbiti dai propri affari. |
9 | uerum a te metuo tuoque pene | è di te che ho paura, di te e del tuo pene, |
10 | infesto pueris bonis malisque. | così fatale per i ragazzi, sia buoni che cattivi. |
11 | quem tu qua lubet, ut lubet moueto | Fate giocare il pene dove e come volete, |
12 | quantum uis, ubi erit foris paratum: | sempre pronti all'indulgenza quando si va all'estero. |
13 | hunc unum excipio, ut puto, pudenter. | Questo ragazzo vorrei che fosse risparmiato: credo sia una richiesta modesta. |
14 | quod si te mala mens furorque uecors | E se una mente malvagia e la frenesia infatuata |
15 | in tantam impulerit, sceleste, culpam, | vi spinge all'efferato crimine |
16 | ut nostrum insidiis caput lacessas. | di tradimento nei miei confronti, |
17 | a tum te miserum malique fati! | Ah! Allora ti compatisco per il tuo triste destino. |
18 | quem attractis pedibus patente porta | Perché davanti allo sguardo della città, con le gambe e la porta posteriore aperte |
19 | raphanique mugilesque. | ravanelli e triglie vi saranno infilati dentro. |
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