Sommario
Catullo Biografia
IntroduzioneGuarda anche: Ercole Furente - Seneca il Giovane - Roma antica - Letteratura classica |
In questa poesia Catullo scrive di se stesso, iniziando a parlare della sua follia e di come tutto sia perduto. Al terzo verso scrive di come i raggi del sole brillassero su di lui, soprattutto quando era con Lesbia. Al quinto verso ripete una frase che usa spesso quando parla di lei: l'amava come nessun altro avrebbe mai fatto.
Ma, alla riga sei, condivide le tante gioie che ha avuto con Lesbia. Ma, alla riga sette, condivide che lei non desiderava le cose che lui desiderava. Lei rallegrava le sue giornate, ma il sentimento non era reciproco. Come alla riga nove, Catullo condivide che lei non lo desiderava, e non lo desidera più. Neanche un pazzo dovrebbe desiderarla più. Nessuno dovrebbe seguirla. Il pazzo dovrebbenon vivere nella miseria, ma essere forti e saldi.
Guarda anche: Gli Acharni - Aristofane - Grecia antica - Letteratura classicaCatullo dice a se stesso che può essere forte e che non andrà più dietro a Lesbia, soprattutto perché lei non vuole più stare con lui. Si chiede poi quale vita gli sia rimasta, ora che lei non lo vuole più. Si chiede chi amerà e chi lo amerà a sua volta. Vuole sapere chi bacerà. Ricorda a se stesso di essere forte e deciso, ora che non ha più nessuno da baciare né alcunalabbra da mordere.
È chiaramente turbato dallo stato della sua relazione con Lesbia, che non esiste più. L'ha amata come nessun altro l'avrebbe mai amata, e lei ha posto fine alla relazione non volendo più stare con lui. Nelle righe da 12 a 13, le augura l'addio e le dice che non la cercherà più. Ma, nella riga 14, si chiede cosa farà lei quando nessuno la cercherà.
Carmen 8 |
Linea | Testo latino | Traduzione in inglese |
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1 | MISER Catulle, desinas ineptire, | Povero Catullo, è ora che tu la smetta con le tue follie, |
2 | et quod uides perisse perditum ducas. | E considerate perduto ciò che vedete. |
3 | fulsere quondam candidi tibi soles, | Una volta il sole splendeva su di voi, |
4 | cum uentitabas quo puella ducebat | quando andavi così spesso dove la mia padrona ti conduceva, |
5 | amata nobis quantum amabitur nulla. | lei che è stata amata da me come nessuna sarà mai amata. |
6 | ibi illa multa cum iocosa fiebant, | Lì e allora ci furono date quelle gioie, così tante, così allegre, |
7 | quae tu uolebas nec puella nolebat, | che voi desideravate e che la mia signora non desiderava. |
8 | fulsere uere candidi tibi soles. | Per voi, in verità, i giorni hanno brillato. |
9 | nunc iam illa non uult: tu quoque impotens, noli | Ora lei non desidera più... E nemmeno tu dovresti desiderare, povero pazzo, |
10 | nec quae fugit sectare, nec miser uiue, | né seguire colei che vola, né vivere nella miseria, |
11 | sed obstinata mente perfer, obdura. | ma con animo risoluto, sopportare, essere saldi. |
12 | uale puella, iam Catullus obdurat, | Addio, mia padrona; ora Catullo è fermo; |
13 | nec te requiret nec rogabit inuitam. | non vi cercherà né vi chiederà contro la vostra volontà. |
14 | a tu dolebis, cum rogaberis nulla. | Ma ve ne pentirete, quando non vi verrà richiesto. |
15 | scelesta, uae te, quae tibi manet uita? | Ah, povero disgraziato, che vita ti resta? |
16 | quis nunc te adibit? cui uideberis bella? | Chi ti visiterà ora? A chi sembrerai giusto? |
17 | quem nunc amabis? cuius esse diceris? | Chi amerai ora? Come ti chiamerai? |
18 | quem basiabis? quale etichetta mordebis? | Chi bacerai? Di chi morderai le labbra? |
19 | a te, Catulle, destinatus obdura. | Ma tu, Catullo, sii deciso e fermo. |
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