Catullo 64 Traduzione

John Campbell 12-10-2023
John Campbell

Catullo Biografia

Introduzione

Carmine 64 racconta la storia di Viaggio di Teseo e il suo sconfitta del Minotauro La strofa si apre con una bella discussione sul modo in cui la fanciulla Argosy era fatto di pini che cresceva sul Pelio, e di come, mentre gli Argonauti navigavano per raccogliere il Vello d'oro, Peleo intravide la Ninfa del mare Teti e si sposarono. Da quell'unione nacque Achille.

Achille non è menzionato in modo specifico nel poema. Invece, Catullo rapsodizza racconta di quanto fosse bello quando i mariti e le mogli erano fedeli, e di come la terra prosperasse. Ora, prosegue, le cose non vanno bene fuori dal palazzo. Tuttavia, all'interno il letto matrimoniale è fatto per una dea.

Questo pezzo sta preparando la scena per ciò che verrà, prefigurando l'azione vera e propria. Iniziamo dalla fine, con Arianna lasciata sola sulla riva mentre Teseo salpa con i suoi compagni.

Arianna si è alzata dal sonno e vede Teseo che si allontana Non può credere ai suoi occhi, getta via la sua delicata corona, si straccia le vesti, è pazza di dolore e di rabbia.

Arianna ha buone ragioni per essere arrabbiata. Teseo si era recato nel regno del re Minosse per sconfiggere il Minotauro. Un mostro che ogni anno reclama il fiore dei giovani e delle fanciulle del regno. Mentre sta prendendo accordi con il re, vede Arianna, che viene descritta e descritta come un'immagine di un'opera d'arte. giovanissima fanciulla Ma quando vede Teseo, sviluppa un desiderio per lui, tanto che gli dà un gomitolo di corda e gli spiega come sconfiggere il Minotauro.

Quando Teseo esce vittorioso, lei si aspetta che i due si sposino, ma invece di portare con sé la sposa, Teseo la abbandona e salpa.

A quanto pare, Teseo è un giovane terribilmente smemorato Non solo lascia dietro di sé la fanciulla che aveva preso in moglie, ma dimentica anche un segnale concordato con il padre: se l'impresa avesse avuto successo, avrebbero dovuto cambiare le vele della nave con un colore diverso. Ma lasciarono installate le semplici vele bianche.

Per questo, quando il padre vede le navi avvicinarsi, teme il peggio: non può affrontare la morte del figlio e si getta dalle mura sulla riva rocciosa, morendo.

Ora tocca a Teseo soffrire.

Catullo Il narratore, abile nel raccontare le sue storie, ora tira indietro la telecamera, per così dire, per dare al suo pubblico una visione più ampia. Sembra parlare del corteo funebre e della giovinezza autoindulgente. Spiega che sull'orlo del copriletto sono ricamate scene della mitologia: prima vengono i mortali, poi gli dèi sono mostrati in processione - così si celebravano i matrimoni.

Segue poi una scena con le Parche Catullo termina sottolineando come quando le persone non si occupano delle cose come dovrebbero - essere fedeli a un coniuge, mandare il giusto segnale a un padre - molte cose tendono ad andare disastrosamente male. Ora, sottolinea, gli dèi non partecipano più ai matrimoni e alle altre feste.

Il Carmine 64 è una delle opere più lunghe di Catullo, che in apparenza si occupa di L'abbandono di Arianna da parte di Teseo e la sua trascuratezza nei dettagli, come l'appendere vele bianche al posto delle vele colorate del dolore. Un esame più attento del tema di fondo rivela critiche al modo in cui Roma viene governata O, per dirla in un altro modo, Catullo sta sottolineando che i leader romani hanno abbandonato le vie dei giusti e che stanno assecondando le proprie passioni e ambizioni a scapito del popolo romano. Poiché scrisse durante i giorni turbolenti dell'ascesa al potere di Giulio Cesare, durante i quali le battaglie politiche divennero violente, causando l'incendio di Roma per ben due volte, non c'è da meravigliarsi che egliavrebbe potuto fare un parallelo con l'abbandono di Arianna da parte di Teseo.

Questo particolare Carmine è relativamente sottile Cesare fu interrogato sul perché non avesse fatto giustiziare Catullo per la sua insolenza. Si dice che Cesare abbia risposto che lo approvava e che poi abbia citato le sue opere. Che questa storia sia vera o meno, è chiaro che Catullo era molto popolare ai suoi tempi e che i suoi temi dell'amore appassionato, del dolore, dell'abbandono e della suaLa rivisitazione di temi classici ha un'universalità che può essere applicata a molte epoche storiche.

Nonostante i suoi numerosi riferimenti sessualmente espliciti come "nudo per i paparazzi", persone alfabetizzate dal Medioevo (quando sono state riscoperte le sue opere) fino ai giorni nostri hanno letto con piacere le sue opere Forse perché l'epoca in cui scrisse è stata così accuratamente registrata, analizzata e studiata negli ultimi duemila anni, o forse perché era semplicemente un ottimo studioso della natura umana.

Per quanto fiorita, contorta e sottile possa essere la sua poesia, anche da questo capo della storia non è difficile percepire i lampi taglienti nascosti in una poetica troppo ampollosa In questo poema, ad esempio, Teseo non è rappresentato come un eroe di ritorno, ma come un giovane idiota che ha rovinato la vita di una ragazza e poi è stato troppo sbadato per cambiare le vele della sua nave, causando così la morte del suo stesso padre. Il suo "trionfo" diventa quindi una marcia funebre, e il suo matrimonio una causa di fondo della caduta di Troia.

Non ci vuole un grande sforzo di immaginazione per considerare un giovane Giulio Cesare, un tempo beniamino delle masse, come un "moderno" Teseo. Più di una volta sfidò il consiglio di Roma, spingendo continuamente indietro i confini della Repubblica fino a quando questa cominciò a crollare sotto il suo stesso peso. Nemmeno la sua famiglia personale era priva di macchie: prima vedovo, poi divorziato, infine sposato con una donna di nome "Teseo".Inoltre, fu spesso ai ferri corti con il Senato romano e con i consiglieri anziani, tanto da scatenare la guerra civile romana, chiamata anche guerra civile di Cesare.

Carmen 64

Linea Testo latino Traduzione in inglese

1

PELIACO quondam prognatae uertice pinus

PINI di un tempo, nati sulla cima del Pelio,

2

dicuntur liquidas Neptuni nasse per undas

si dice che abbiano nuotato nelle limpide acque di Nettuno

3

Phasidos ad fluctus et fines Aeetaeos,

alle onde di Phasis e ai regni di Eete,

4

cum lecti iuuenes, Argiuae robora pubis,

quando i giovani scelti, il fiore della forza di Argive,

5

auratam optantes Colchis auertere pellem

che desiderava portare via ai Colchi il vello d'oro,

6

ausi sunt uada salsa cita decurrere puppi,

osa navigare sui mari salati con una nave veloce,

7

caerula uerrentes abiegnis aequora palmis.

spazzando la distesa blu con lame di legno d'abete;

8

diua quibus retinens in summis urbibus arces

per il quale la dea che regge le fortezze delle cime delle città

9

ipsa leui fecit uolitantem flamine currum,

con le sue stesse mani, la macchina che svolazzava con una leggera brezza,

10

pinea coniungens inflexae texta carinae.

e legato la struttura spinosa della chiglia arcuata.

11

illa rudem cursu prima imbuit Amphitriten;

Quella nave si è imbarcata per la prima volta con il viaggio Anfitrite mai provato prima.

12

quae simul ac rostro uentosum proscidit aequor

Così, quando ha arato con il becco la distesa ventosa,

13

tortaque remigio spumis incanuit unda,

e l'onda agitata dai remi diventava bianca di fiocchi di schiuma,

14

emersere freti candenti e gurgite uultus

guardò dall'impeto spumeggiante del mare

15

aequoreae monstrum Nereides admirantes.

le Nereidi degli abissi si meravigliavano di quella strana cosa.

16

illa, atque alia, uiderunt luce marinas

In quel giorno, se in un altro, i mortali videro

17

mortales oculis nudato corpore Nymphas

con gli occhi le Ninfe del mare che si distinguono

18

nutricum tenus exstantes e gurgite cano.

dalla marea, con i corpi nudi fino al sedere.

19

tum Thetidis Peleus incensus fertur amore,

Si dice poi che Peleo abbia preso fuoco per amore di Teti,

20

tum Thetis humanos non despexit hymenaeos,

allora Teti non disdegnava gli sposi mortali,

21

tum Thetidi pater ipse iugandum Pelea sensit.

allora il Padre stesso sapeva che Peleo doveva unirsi a Teti.

22

nimis optato saeclorum tempore nati

O voi, nel tempo più felice dei secoli nati,

23

eroi, saluete, deum genus! o bona matrum

Salve, eroi generati dagli dei, salve, gentili figli delle vostre madri, salve

23 B

progenie, iter salutare

delle vostre madri, salutate

24

uos ego saepe, meo uos carmine compellabo.

Spesso nella mia canzone, mi rivolgerò a voi.

25

teque adeo eximie taedis felicibus aucte,

E soprattutto tu, molto benedetta dalle fortunate torce nuziali,

26

Thessaliae columen Peleu, cui Iuppiter ipse,

Il pilastro della Tessaglia, Peleo, a cui Giove stesso ha dato il benvenuto,

27

ipse suos diuum genitor concessit amores;

il re degli dei stesso ha concesso il suo amore.

28

tene Thetis tenuit pulcerrima Nereine?

Ti ha stretto la più bella Teti, figlia di Nereo?

29

tene suam Tethys concessit ducere neptem,

a te Teti concesse di sposare sua nipote,

30

Oceanusque, mari totum qui amplectitur orbem?

e Oceano, che circonda di mare tutto il mondo?

31

quae simul optatae finito tempore luces

Ora, quando quel giorno tanto agognato nel tempo si compì

32

aduenere, domum conuentu tota frequentat

era venuto a prenderli, tutta la Tessaglia in piena assemblea affollava la casa,

33

Thessalia, oppletur laetanti regia coetu:

il palazzo è affollato da una gioiosa compagnia.

34

dona ferunt prae se, declarant gaudia uultu.

Portano doni nelle loro mani, mostrano gioia nei loro sguardi.

35

deseritur Cieros, linquunt Pthiotica Tempe

Cieros è deserta; lasciano la ftiologica Tempe

36

Crannonisque domos ac moenia Larisaea,

e le case di Crannon e le mura di Larissa;

37

Pharsalum coeunt, Pharsalia tecta frequentant.

a Pharsalus si incontrano e si accalcano nelle case di Pharsalus.

38

rura colit nemo, mollescunt colla iuuencis,

Nessuno lavora più le terre; il collo dei manzi si ammorbidisce;

39

non humilis curuis purgatur uinea rastris,

il terreno della vigna non viene più ripulito con rastrelli ricurvi;

40

non glebam prono conuellit uomere taurus,

l'uncino del potatore non dirada più l'ombra dell'albero;

41

non falx attenuat frondatorum arboris umbram,

il bue non strappa più il terreno con la sua parte discendente;

42

squalida desertis rubigo infertur aratris.

la ruggine ruvida si insinua sugli aratri abbandonati.

43

ipsius at sedes, quacumque opulenta recessit

Ma le stesse dimore di Peleo, per quanto si estendevano all'interno

44

regia, fulgenti splendenti auro atque argento.

il ricco palazzo, con oro e argento scintillanti.

45

candet ebur soliis, collucent pocula mensae,

Bianco brilla l'avorio dei troni, brillano le coppe sulla tavola;

46

tota domus gaudet regali splendida gaza.

tutta la casa è allegra e splendida con il tesoro reale.

47

puluinar uero diuae geniale locatur

Ma vedete, il letto nuziale reale è stato preparato per la dea

48

sedibus in mediis, Indo quod dente politum

in mezzo al palazzo, liscio e fatto di zanne indiane,

49

tincta tegit roseo conchyli purpura fuco.

ricoperta di porpora tinta con la macchia rosata della conchiglia.

50

haec uestis priscis hominum uariata figuris

Questo copridivano, rammendato con forme di uomini antichi,

51

heroum mira uirtutes indicat arte.

con arte mirabile espone le degne gesta degli eroi.

52

namque fluentisono prospectans litore Diae,

Perché lì, guardando dalla riva ondeggiante di Dia,

53

Thesea cedentem celeri cum classe tuetur

Ariadna vede Teseo che si allontana con una flotta veloce,

54

indomitos in corde gerens Ariadna furores,

Ariadna porta nel cuore la follia selvaggia.

55

necdum etiam sese quae uisit uisere credit,

Non può ancora credere di vedere ciò che invece vede;

56

utpote fallaci quae tum primum excita somno

da quando ora, per la prima volta, si è svegliato da un sonno infido

57

desertam in sola miseram se cernat harena.

vede se stessa, povera disgraziata, abbandonata sulla sabbia solitaria.

58

immemor at iuuenis fugiens pellit uada remis,

Nel frattempo il giovane vola e colpisce le acque con i remi,

59

irrita uentosae linquens promissa procellae.

lasciando incompiute le sue promesse vuote alla tempesta.

60

quem procul ex alga maestis Minois ocellis,

A chi, lontano, dalla spiaggia di erbacce, con gli occhi che scintillano, la figlia di Minosse,

61

saxea ut effigies bacchantis, prospicit, eheu,

come una figura marmorea di un baccanale, si affaccia, ahimè!

62

prospicit et magnis curarum fluctuat undis,

si affaccia tempestoso con grandi maree di passione.

63

non flauo retinens subtilem uertice mitram,

Né tiene ancora il delicato cerchietto sulla sua testa dorata,

64

non contecta leui uelatum pectus amictu,

né il suo petto è velato dalla copertura della sua veste leggera,

65

non tereti strophio lactentis uincta papillas,

né il suo seno bianco come il latte legato con la cintura liscia;

66

omnia quae toto delapsa e corpore passim

tutti questi, mentre le scivolavano via intorno a tutto il corpo,

67

ipsius ante pedes fluctus salis alludebant.

Davanti ai suoi piedi le onde salate si infrangevano.

68

sed neque tum mitrae neque tum fluitantis amictus

Lei per il suo copricapo allora, lei per la sua veste fluttuante allora,

69

illa uicem curans toto ex te pectore, Theseu,

non si curava, ma di te, Teseo, con tutti i suoi pensieri,

70

toto animo, tota pendebat perdita mente.

con tutta la sua anima, con tutta la sua mente (persa, ah persa!) era appesa,

71

misera, assiduis quam luctibus externauit

infelice fanciulla, che con incessanti inondazioni di dolore

72

spinosas Erycina serens in pectore curas,

Erycina impazzisce, seminando nel suo petto cure spinose,

73

illa tempestate, ferox quo ex tempore Theseus

anche a quell'ora, a che ora l'audace Teseo

74

egressus curuis e litoribus Piraei

che partono dalle sinuose rive del Pireo

75

attigit iniusti regis Gortynia templa.

raggiunse il palazzo di Gortynian del re senza legge.

76

nam perhibent olim crudeli peste coactam

Si racconta infatti che anticamente, spinti da una crudele pestilenza

77

Androgeoneae poenas exsoluere caedis

per pagare una pena per l'uccisione di Androgeo,

78

electos iuuenes simul et decus innuptarum

Cecropia era solita dare come banchetto al Minotauro

79

Cecropiam solitam esse dapem dare Minotauro.

giovani scelti e con loro il fiore delle fanciulle non sposate.

80

quis angusta malis cum moenia uexarentur,

Ora, quando le sue strette mura furono turbate da questi mali,

81

ipse suum Theseus pro caris corpus Athenis

Teseo stesso, per la sua cara Atene, scelse di offrire

82

proicere optauit potius quam talia Cretam

il proprio corpo, piuttosto che che tali morti,

83

funera Cecropiae nec funera portarentur.

morti viventi, di Cecropia dovrebbero essere portati a Creta.

84

atque ita naue leui nitens ac lenibus auris

Così, accelerando la sua rotta con un abbaio leggero e con una leggera burrasca,

85

magnanimum ad Minoa uenit sedesque superbas.

arriva al signorile Minosse e alle sue sale altezzose.

86

hunc simul ac cupido conspexit lumine uirgo

Lui, quando la fanciulla lo vide con occhio ansioso,

87

regia, quam suauis exspirans castus odores

la principessa, che sul suo casto divano respirava dolci odori

88

in molli complexu matris alebat,

ancora allattata nel morbido abbraccio della madre,

89

quales Eurotae praecingunt flumina myrtus

come i mirti che nascono presso i ruscelli di Eurotas,

90

auraue distinctos educit uerna colores,

o i fiori di varie tonalità che il soffio della primavera fa spuntare,

91

non prius ex illo flagrantia declinauit

non distolse i suoi occhi ardenti da lui,

92

lumina, quam cuncto concepit corpore flammam

fino a quando non ha preso fuoco in tutto il suo cuore, nel profondo,

93

funditus atque imis exarsit tota medullis.

e si accendeva tutta la fiamma nel suo intimo.

94

heu misere exagitans immiti corde furores

Ah! Tu che agiti la crudele follia con cuore spietato,

95

sancte puer, curis hominum qui gaudia misces,

ragazzo divino, che confonde le gioie degli uomini con le preoccupazioni,

96

quaeque regis Golgos quaeque Idalium frondosum,

e tu, che regni su Golgi e sul frondoso Idalium,

97

qualibus incensam iactastis mente puellam

su quali flutti avete gettato il cuore ardente della fanciulla,

98

fluctibus, in flauo saepe hospite suspirantem!

spesso sospirando per lo straniero dalla testa d'oro!

99

quantos illa tulit languenti corde timores!

quali paure ha sopportato con cuore svenevole!

100

quanto saepe magis fulgore expalluit auri,

quante volte divenne più pallida del bagliore dell'oro,

101

cum saeuum cupiens contra contendere monstrum

quando Teseo, ansioso di sfidare il mostro selvaggio,

102

aut mortem appeteret Theseus aut praemia laudis!

si avviava a vincere o la morte o il valore!

103

non ingrata tamen frustra munuscula diuis

Guarda anche: Opere e giorni - Esiodo

Eppure i doni non erano indolci, anche se vanamente promessi agli dèi,

104

promittens tacito succepit uota labello.

che lei offrì con un labbro silenzioso.

105

nam uelut in summo quatientem brachia Tauro

Perché come un albero che agita i suoi rami sulla cima del Toro,

106

quercum aut conigeram sudanti cortice pinum

una quercia o un pino a cono con corteccia sudata,

107

indomitus turbo contorquens flamine robur,

quando una tempesta impetuosa stravolge il grano con il suo soffio,

108

eruit (illa procul radicitus exturbata

e lo strappa (da lontano, strappandolo dalle radici)

109

prona cadit, late quaeuis cumque obuia frangens,)

giace prona, spezzando tutto ciò che incontra la sua caduta),

110

sic domito saeuum prostrauit corpore Theseus

Così Teseo superò e mise a tacere la mole del mostro,

111

nequiquam uanis iactantem cornua uentis.

lanciando vanamente le sue corna al vento vuoto.

112

inde pedem sospes multa cum laude reflexit

Quindi riprese il cammino, incolume e con molta gloria,

113

errabunda regens tenui uestigia filo,

guidando i suoi passi subdoli grazie a una bella bussola,

114

ne labyrintheis e flexibus egredientem

che, uscendo dai labirintici meandri, non si trovasse in difficoltà

115

tecti frustraretur inobseruabilis error.

l'inestricabile groviglio dell'edificio dovrebbe disorientarlo.

116

sed quid ego a primo digressus carmine plura

Ma perché lasciare il primo argomento della mia canzone e raccontarne altri?

117

commemorem, ut linquens genitoris filia uultum,

come la figlia, volando dal volto del padre,

118

ut consanguineae complexum, ut denique matris,

l'abbraccio della sorella, poi della madre, per ultimo,

119

quae misera in gnata deperdita laeta

che si lamentava, persa nel dolore per la figlia,

120

omnibus his Thesei dulcem praeoptarit amorem:

come abbia scelto, prima di tutti, il dolce amore di Teseo;

121

aut ut uecta rati spumosa ad litora Diae

o come la nave sia stata portata sulle sponde spumeggianti di Dia;

122

aut ut eam deuinctam lumina somno

o come quando i suoi occhi erano legati dal sonno

123

liquerit immemori discedens pectore coniunx?

il suo sposo l'ha lasciata, partendo con la mente smemorata?

124

saepe illam perhibent ardenti corde furentem

Spesso nella follia del suo cuore ardente si dice che lei

125

clarisonas imo fudisse e pectore uoces,

emetteva grida penetranti dall'intimo del suo petto;

126

ac tum praeruptos tristem conscendere montes,

e ora scalerebbe tristemente le aspre montagne,

127

unde aciem pelagi uastos protenderet aestus,

per poi tendere lo sguardo sui rifiuti della marea oceanica;

128

tum tremuli salis aduersas procurrere in undas

ora si affacciano per incontrare le acque della salamoia increspata,

129

mollia nudatae tollentem tegmina surae,

sollevando la morbida veste del suo ginocchio scoperto.

130

atque haec extremis maestam dixisse querellis,

E così disse mestamente nei suoi ultimi lamenti,

131

frigidulos udo singultus ore cientem:

pronunciando freddi singhiozzi con il viso lacrimoso:

132

'sicine me patriis auectam, perfide, ab aris'.

"Così, dopo avermi portato lontano dalla casa di mio padre,

133

perfide, deserto liquisti in litore, Theseu?

Così mi hai lasciato, infedele, infedele Teseo, sulla riva solitaria?

134

sicine discedens neglecto numine diuum,

e così se ne andò, incurante della volontà degli dèi,

135

immemor a! deuota domum periuria portas?

dimentichi, ah! porti a casa tua la maledizione dello spergiuro?

136

nullane res potuit crudelis flectere mentis

nulla potrebbe piegare il proposito della tua mente crudele?

137

tibi nulla fuit clementia praesto,

non c'era misericordia nella tua anima,

138

immite ut nostri uellet miserescere pectus?

per far sì che il tuo cuore spietato provi pietà per me?

139

non haec quondam blanda promissa dedisti

Non erano tali le promesse che mi avevi fatto una volta

140

uoce mihi, non haec miserae sperare iubebas,

con voce vincente, non questo mi hai detto di sperare,

141

sed conubia laeta, sed optatos hymenaeos,

Ah, io! No, ma un matrimonio gioioso, ma un'unione desiderata;

142

quae cuncta aereii discerpunt irrita uenti.

tutto ciò che i venti del cielo ora soffiano invano.

143

nunc iam nulla uiro iuranti femina credat,

D'ora in poi nessuna donna creda al giuramento di un uomo,

144

nulla uiri speret sermones esse fideles;

che nessuno creda che i discorsi di un uomo possano essere attendibili.

145

quis dum aliquid cupiens animus praegestit apisci,

Essi, mentre la loro mente desidera qualcosa e brama ardentemente di ottenerla,

146

nil metuunt iurare, nihil promittere parcunt:

niente paura di giurare, niente risparmio di promesse;

147

sed simul ac cupidae mentis satiata libido est,

ma non appena la brama della loro mente avida viene soddisfatta,

148

dicta nihil metuere, nihil periuria curant.

non temono le loro parole, non badano ai loro spergiuri.

149

certe ego te in medio uersantem turbine leti

Io - tu lo sai - quando ti agitavi nel vortice della morte,

150

eripui, et potius germanum amittere creui,

ti ho salvato e ho preferito lasciare andare il mio fratello

151

quam tibi fallaci supremo in tempore dessem.

piuttosto che venirti a mancare, ora che sei senza fede, nel momento del massimo bisogno.

152

pro quo dilaceranda feris dabor alitibusque

E per questo sarò dato in pasto alle bestie e agli uccelli come preda;

153

praeda, neque iniacta tumulabor mortua terra.

il mio cadavere non avrà sepoltura, non sarà cosparso di terra.

154

quaenam te genuit sola sub rupe leaena,

Quale leonessa ti ha portato sotto una roccia del deserto?

155

quod mare conceptum spumantibus exspuit undis,

Quale mare ti ha concepito e ti ha vomitato dalle sue onde spumeggianti?

156

quae Syrtis, quae Scylla rapax, quae uasta Carybdis,

quale Syrtis, quale famelica Scilla, quale sprecata Cariddi ti ha portato,

157

talia qui reddis pro dulci praemia uita?

chi, per la dolce vita, restituisce un simile premio?

158

si tibi non cordi fuerant conubia nostra,

Se non hai intenzione di sposarti con me

159

saeua quod horrebas prisci praecepta parentis,

per paura dei duri ordini del tuo severo padre,

160

attamen in uestras potuisti ducere sedes,

eppure avresti potuto condurmi nelle tue dimore

161

quae tibi iucundo famularer serua labore,

per servirti come uno schiavo con un lavoro d'amore,

162

candida permulcens liquidis uestigia lymphis,

lavando i tuoi piedi bianchi con acqua liquida,

163

purpureaue tuum consternens ueste cubile.

o con un copriletto di porpora che stende il tuo letto.

164

sed quid ego ignaris nequiquam conquerar auris,

"Ma perché dovrei, distratto dalla tristezza, gridare invano?

165

externata malo, quae nullis sensibus auctae

alle arie insensate, alle arie che non sono dotate di alcun sentimento,

166

nec missas audire queunt nec reddere uoces?

e non possono né ascoltare né rispondere ai messaggi della mia voce?

167

ille autem prope iam mediis uersatur in undis,

Nel frattempo, si sta rigirando quasi a mezz'acqua,

168

nec quisquam apparet uacua mortalis in alga.

e non si vede nessun essere umano sulla riva desolata ed erbosa.

169

sic nimis insultans extremo tempore saeua

Così anche la fortuna, piena di dispetto, in questa mia ora suprema

170

fors etiam nostris inuidit questibus auris.

ha crudelmente rintuzzato le mie lamentele.

171

Iuppiter omnipotens, utinam ne tempore primo

Giove onnipotente, vorrei che le navi attiche

172

Gnosia Cecropiae tetigissent litora puppes,

non aveva mai toccato le coste gnosiane,

173

indomito nec dira ferens stipendia tauro

né mai l'infedele viaggiatore, che porta il terribile tributo

174

perfidus in Cretam religasset nauita funem,

al toro selvaggio, ha fissato il suo cavo a Creta,

175

nec malus hic celans dulci crudelia forma

né che quest'uomo malvagio, che nasconde disegni crudeli sotto un aspetto leale,

176

consilia in nostris requiesset sedibus hospes!

si era stabilito nelle nostre dimore come ospite!

177

Guarda anche: Ipotane: i sosia di Centauri e Sileni nella mitologia greca

nam quo me referam? quali spe perdita nitor?

Perché dove tornerò, smarrito, smarrito, smarrito? A quale speranza mi affido?

178

Idaeosne petam montes? at gurgite lato

Cercherò i monti di Sidone? Quanto è vasto il fiume,

179

discernens ponti truculentum diuidit aequor.

quanto è selvaggio il tratto di mare che li divide da me!

180

un patris auxilium sperem? quemne ipsa reliqui

Devo sperare nell'aiuto di mio padre? - Che ho abbandonato di mia volontà,

181

respersum iuuenem fraterna caede secuta?

per seguire un amante che si è macchiato del sangue di mio fratello!

182

coniugis an fido consoler memet amore?

O mi consolerò con l'amore fedele del mio coniuge,

183

quine fugit lentos incuruans gurgite remos?

che vola via da me, piegando i suoi duri remi nell'onda?

184

praeterea nullo colitur sola insula tecto,

e anche qui non c'è altro che la riva, senza mai una casa, un'isola deserta;

185

nec patet egressus pelagi cingentibus undis.

Non mi si apre nessuna via di fuga; intorno a me ci sono le acque del mare;

186

nulla fugae ratio, nulla spes: omnia muta,

nessun mezzo di fuga, nessuna speranza; tutto è muto,

187

omnia sunt deserta, ostentant omnia letum.

tutto è desolato; tutto mi mostra il volto della morte.

188

non tamen ante mihi languescent lumina morte,

Ma i miei occhi non si affievoliranno nella morte,

189

nec prius a fesso secedent corpore sensus,

né il senso verrà meno dal mio corpo affaticato,

190

quam iustam a diuis exposcam prodita multam

prima di chiedere agli dei la giusta vendetta per il mio tradimento,

191

caelestumque fidem postrema comprecer hora.

e fare appello alla fede dei celesti nella mia ultima ora.

192

quare facta uirum multantes uindice poena

Perciò, o voi che visitate le azioni degli uomini con dolori vendicativi,

193

Eumenidi, quibus anguino redimita capillo

Voi, Eumenidi, la cui fronte è legata da capelli serpeggianti

194

frons exspirantis praeportat pectoris iras,

annunciare l'ira che spira dal vostro petto,

195

huc huc aduentate, meas audite querellas,

qui, o meglio, affrettatevi, ascoltate le mie lamentele

196

quas ego, uae misera, extremis proferre medullis

che io (ah, infelice!) faccio scaturire dal mio intimo cuore

197

cogor inops, ardens, amenti caeca furore.

per forza, impotente, bruciante, accecato dalla frenesia.

198

quae quoniam uerae nascuntur pectore ab imo,

Poiché i miei dolori vengono sinceramente dal profondo del mio cuore,

199

uos nolite pati nostrum uanescere luctum,

non lasciate che il mio dolore venga meno:

200

sed quali solam Theseus me mente reliquit,

ma anche come Teseo ha avuto il cuore di lasciarmi desolato,

201

tali mente, deae, funestet seque suosque".

con un simile cuore, o dee, possa egli portare la rovina su se stesso e sui suoi!".

202

ha postquam maesto profudit pectore uoces,

Quando lei male versò queste parole dal suo triste petto,

203

supplicium saeuis exposcens anxia factis,

chiedendo ardentemente vendetta per azioni crudeli;

204

annuit inuicto caelestum numine rector;

il Signore dei celesti si inchinò con un cenno sovrano,

205

quo motu tellus atque horrida contremuerunt

e a quel movimento la terra e i mari in tempesta tremarono,

206

aequora concussitque micantia sidera mundus.

e il cielo scosse le stelle tremolanti.

207

ipse autem caeca mentem caligine Teseo

Ma Teseo stesso, oscurando i suoi pensieri con una cieca penombra,

208

consitus oblito dimisit pectore cuncta,

lasciarsi sfuggire dalla sua mente smemorata tutte le richieste

209

quae mandata prius constanti mente tenebat,

che in precedenza aveva mantenuto saldamente con il cuore,

210

dulcia nec maesto sustollens signa parenti

e non alzò il segno di benvenuto al padre in lutto,

211

sospitem Erechtheum se ostendit uisere portum.

né mostrava che stava avvistando con sicurezza il porto di Eretteo.

212

namque ferunt olim, classi cum moenia diuae

Si dice infatti che un tempo, quando Egeo affidava il figlio ai venti,

213

linquentem gnatum uentis concrederet Aegeus,

mentre con la sua flotta lasciava le mura della dea,

214

talia complexum iuueni mandata dedisse:

abbracciò il giovane e gli diede questo incarico:

215

'gnate mihi longa iucundior unice uita,

"Figlio mio, unico figlio mio, più caro di tutti i miei giorni,

216

gnate, ego quem in dubios cogor dimittere casus,

mi è stato restituito, ma ora è all'ultimo stadio della vecchiaia,

217

reddite in extrema nuper mihi fine senectae,

mio figlio, che ho lasciato andare per forza verso rischi incerti,

218

quandoquidem fortuna mea ac tua feruida uirtus

dal momento che la mia fortuna e il tuo ardente valore

219

eripit inuito mihi te, cui languida nondum

strapparti da me, non volendo, il cui fallimento

220

lumina sunt gnati cara saturata figura,

gli occhi non sono ancora soddisfatti della cara immagine di mio figlio,

221

non ego te gaudens laetanti pectore mittam,

Non ti lascerò andare con gioia con il cuore allegro,

222

nec te ferre sinam fortunae signa secundae,

e non ti affligge portare i segni di una prospera fortuna:

223

sed primum multas expromam mente querellas,

ma prima farà uscire molti lamenti dal mio cuore,

224

canitiem terra atque infuso puluere foedans,

sporcando i miei capelli grigi con la terra e la polvere della doccia:

225

inde infecta uago suspendam lintea malo,

più tardi appenderò vele tinte al tuo albero rampante,

226

nostros ut luctus nostraeque incendia mentis

che così il racconto del mio dolore e il fuoco che brucia nel mio cuore

227

carbasus obscurata dicet ferrugine Hibera.

può essere contrassegnato dalla tela macchiata di azzurro iberico.

228

quod tibi si sancti concesserit incola Itoni,

Ma se colei che abita nel santo Itono,

229

quae nostrum genus ac sedes defendere Erecthei

che garantisce la difesa della nostra razza e delle dimore di Eretteo,

230

annuit, ut tauri respergas sanguine dextram,

ti concederà di aspergere la tua mano destra con il sangue del toro,

231

tum uero facito ut memori tibi condita corde

allora siate certi che questi miei comandi vivono, sono depositati

232

haec uigeant mandata, nec ulla oblitteret aetas;

nel tuo cuore attento, e che nessun tempo li offuschi:

233

ut simul ac nostros inuisent lumina collis,

che non appena i tuoi occhi arriveranno in vista delle nostre colline,

234

antenne funestam deponant undique uestem,

i tuoi pennoni possano deporre le loro vesti di lutto,

235

candidaque intorti sustollant uela rudentes,

e le corde attorcigliate sollevano una vela bianca:

236

quam primum cernens ut laeta gaudia mente

che così posso vedere subito e accogliere con gioia i segni della gioia,

237

agnoscam, cum te reducem aetas prospera sistet".

quando un'ora felice ti riporterà qui nella tua casa".

238

haec mandata prius constanti mente tenentem

All'inizio queste accuse furono conservate da Teseo con costanza;

239

Thesea ceu pulsae uentorum flamine nubes

ma poi lo lasciarono, come nuvole spinte dal soffio dei venti

240

aereum niuei montis liquere cacumen.

lasciare la testa alta della montagna innevata.

241

a pater, ut summa prospectum ex arce petebat,

Ma il padre, mentre guardava fuori dalla sua torre,

242

anxia in assiduos absumens lumina fletus,

sprecando i suoi occhi bramosi in continue lacrime,

243

cum primum infecti conspexit lintea ueli,

quando vide per la prima volta la tela delle vele che si addormentavano,

244

praecipitem sese scopulorum e uertice iecit,

si gettò a capofitto dalla cima delle rocce,

245

amissum credens immiti Thesea fato.

credendo che Teseo sia stato distrutto da un destino spietato.

246

sic funesta domus ingressus tecta paterna

Così si presentò l'audace Teseo, entrando nelle stanze della sua casa,

247

morte ferox Teseo, qualem Minoidi luctum

oscurato dal lutto per la morte del padre, ha ricevuto egli stesso un tale dolore

248

obtulerat mente immemori, talem ipse recepit.

come per dimenticanza di cuore aveva causato alla figlia di Minosse.

249

quae tum prospectans cedentem maesta carinam

E lei, nel frattempo, guardava lacrimosamente la nave che si allontanava,

250

multiplices animo uoluebat saucia curas.

Nel suo cuore ferito ruotavano molteplici preoccupazioni.

251

a parte ex alia florens uolitabat Iacchus

In un'altra parte dell'arazzo Bacco giovane si aggirava

252

cum thiaso Satyrorum et Nysigenis Silenis,

con la sconfitta dei Satiri e dei Sileni, nati a Nysa, e con l'arrivo di un'altra famiglia.

253

te quaerens, Ariadna, tuoque incensus amore.

che ti cercano, Ariadna, e che si infiammano del tuo amore;

254

quae tum alacres passim lymphata mente furebant

che allora, impegnati qua e là, si scatenavano con mente frenetica,

255

euhoe bacchantes, euhoe capita inflectentes.

mentre "Evoe!" gridavano tumultuosamente, "Evoe!" scuotendo la testa.

256

harum pars tecta quatiebant cuspide thyrsos,

Alcuni di loro agitavano tirsi con punte avvolte,

257

pars e diuolso iactabant membra iuuenco,

alcuni che sballottavano le membra di un manzo maciullato,

258

pars sese tortis serpentibus incingebant,

alcuni si cingevano di serpenti guizzanti:

259

pars obscura cauis celebrabant orgia cistis,

alcuni portano in solenne processione oscuri misteri racchiusi in scrigni,

260

orgia quae frustra cupiunt audire profani;

misteri che i profani desiderano invano ascoltare.

261

plangebant aliae proceris tympana palmis,

Altri battono i timpani con le mani alzate,

262

aut tereti tenuis tinnitus aere ciebant;

o di scontri chiari rialzati con cimbali di bronzo arrotondato:

263

multis raucisonos efflabant cornua bombos

molti suonavano le trombe con un suono aspro e stridente,

264

barbaraque horribili stridebat tibia cantu.

e il piffero dei barbari strideva con un fragore spaventoso.

265

talibus amplifice uestis decorata figuris

Tali erano le figure che adornavano riccamente l'arazzo

266

puluinar complexa suo uelabat amictu.

che abbracciava e avvolgeva con le sue pieghe il divano reale.

267

quae postquam cupide spectando Thessala pubes

Ora, quando i giovani di Tessaglia si furono saziati, fissando i loro occhi impazienti

268

expleta est, sanctis coepit decedere diuis.

su queste meraviglie, cominciarono a cedere il posto agli dei sacri.

269

hic, qualis flatu placidum mare matutino

Allora, come il vento di ponente che agita il mare tranquillo

270

horrificans Zephyrus procliuas incitat undas,

con il suo respiro al mattino spinge sulle onde inclinate,

271

Aurora exoriente uagi sub limina Solis,

quando l'alba si alza verso le porte del Sole che viaggia,

272

quae tarde primum clementi flamine pulsae

le acque all'inizio lentamente, spinte da una leggera brezza,

273

procedunt leuiterque sonant plangore cachinni,

e il suono leggero di una risata;

274

post uento crescente magis magis increbescunt,

poi, quando la brezza si fa più fresca, si affollano sempre più vicini,

275

purpureaque procul nantes ab luce refulgent:

e fluttuando in lontananza riflettono la luminosità della luce cremisi;

276

sic tum uestibuli linquentes regia tecta

così ora, lasciando gli edifici reali del portale,

277

ad se quisque uago passim pede discedebant.

Con i piedi inavvertiti, gli ospiti si allontanavano di qua e di là.

278

quorum post abitum princeps e uertice Pelei

Dopo la loro partenza, dalla cima del Pelio

279

aduenit Chiron portans siluestria dona:

arrivò Chirone in testa, portando doni del bosco.

280

nam quoscumque ferunt campi, quos Thessala magnis

Per tutti i fiori che le pianure portano, per tutto ciò che la regione di Tessaglia

281

montibus ora creat, quos propter fluminis undas

fa nascere sulle sue possenti montagne, tutti i fiori che vicino ai corsi d'acqua del fiume

282

aura parit flores tepidi fecunda Fauoni,

la fruttuosa ventata di caldo che Favonius rivela,

283

hos indistinctis plexos tulit ipse corollis,

Questi li ha portati lui stesso, intrecciati in ghirlande miste,

284

quo permulsa domus iucundo risit odore.

rallegrato dal cui grato odore la casa sorrideva di gioia.

285

confestim Penios adest, uiridantia Tempe,

Peneüs è lì, lasciando la verdeggiante Tempe,

286

Tempe, quae siluae cingunt super impendentes,

Tempe girt with impendent forests

287

Minosim linquens doris celebranda choreis,

[...] di essere perseguitato dalle danze di Dorian;

288

non uacuos: namque ille tulit radicitus altas

non a mani vuote, perché portava, strappato dalle radici,

289

fagos ac recto proceras stipite laurus,

faggi alti e allori dal fusto eretto,

290

non sine nutanti platano lentaque sorore

e con loro l'aereo che annuisce e la sorella che ondeggia

291

flammati Phaethontis et aerea cupressu.

di Fetonte divorato dalle fiamme, e l'alto cipresso.

292

haec circum sedes late contexta locauit,

Tutte queste cose le ha tessute in lungo e in largo intorno alla loro casa,

293

uestibulum ut molli uelatum fronde uireret.

che il portale fosse verdeggiante con un morbido fogliame.

294

post hunc consequitur sollerti corde Prometheus,

Segue Prometeo saggio di cuore,

295

extenuata gerens ueteris uestigia poenae,

che portano le cicatrici sbiadite dell'antica pena

296

quam quondam silici restrictus membra catena

che, nel frattempo, le sue membra erano legate alla roccia con catene,

297

persoluit pendens e uerticibus praeruptis.

ha pagato, appeso alle cime scoscese.

298

inde pater diuum sancta cum coniuge natisque

Poi arrivò il Padre degli dei con la sua moglie divina e i suoi figli,

299

aduenit caelo, te solum, Phoebe, relinquens

lasciandoti, Febo, solo in cielo,

300

unigenamque simul cultricem montibus Idri:

e con te la tua stessa sorella che abita sulle alture di Idro;

301

Pelea nam tecum pariter soror aspernata est,

perché come tu hai fatto, così tua sorella ha disprezzato Peleo,

302

nec Thetidis taedas uoluit celebrare iugales.

né si degnò di essere presente alle fiaccole nuziali di Teti.

303

che postquam niueis flexerunt sedibus artus

Così, quando ebbero reclinato le loro membra sui divani bianchi,

304

grandi multiplici constructae sunt dape mensae,

Le tavole erano ricche di prelibatezze varie:

305

cum interea infirmo quatientes corpora motu

mentre, nel frattempo, ondeggiavano i loro corpi con un movimento palliativo,

306

ueridicos Parcae coeperunt edere cantus.

i Parcae iniziarono a pronunciare canti di ammonimento.

307

il suo corpus tremulum complectens undique uestis

Le vesti bianche che avvolgono le loro membra invecchiate

308

candida purpurea talos incinxerat ora,

e le caviglie con un bordo cremisi;

309

a roseae niueo residebant uertice uittae,

Sulle loro teste innevate poggiavano fasce rosee,

310

aeternumque manus carpebant rite laborem.

mentre le loro mani svolgevano debitamente l'eterno compito.

311

laeua colum molli lana retinebat amictum,

La fascia sinistra reggeva la conocchia rivestita di morbida lana;

312

dextera tum leuiter deducens fila supinis

poi la mano destra che estrae leggermente i fili con il capovolto

313

formabat digitis, tum prono in pollice torquens

dita le ha modellate, quindi con il pollice verso il basso

314

libratum tereti uersabat turbine fusum,

ha fatto ruotare il fuso in bilico con il ghirigoro arrotondato;

315

atque ita decerpens aequabat semper opus dens,

e così con i denti strappavano ancora i fili e rendevano uniforme il lavoro.

316

laneaque aridulis haerebant morsa labellis,

I lembi di lana morsicati si aggrappavano alle loro labbra secche,

317

quae prius in leui fuerant exstantia filo:

che prima si distinguevano dal filato liscio:

318

ante pedes autem candentis mollia lanae

e ai loro piedi morbidi velli di lana bianca e lucente

319

uellera uirgati custodibant calathisci.

erano tenuti al sicuro in cesti di vimini.

320

haec tum clarisona pellentes uellera uoce

Poi, mentre battevano la lana, cantavano con voce chiara,

321

talia diuino fuderunt carmine fata,

e così si riversarono le Parche in un canto divino.

322

carmine, perfidiae quod post nulla arguet aetas.

Questo canto non si dimostrerà mai falso per molto tempo.

323

decus eximium magnis uirtutibus augens,

"O tu che coroni l'alta fama con grandi azioni di virtù,

324

Emathiae tutamen opis, carissime nato,

baluardo del potere ematico, famoso per essere tuo figlio,

325

accipe, quod laeta tibi pandunt luce sorores,

ricevere l'oracolo veritiero che in questo felice giorno

326

ueridicum oraclum: sed uos, quae fata sequuntur,

le Sorelle ti rivelano; ma tu corri avanti, disegnando

327

currite ducentes subtegmina, currite, fusi.

i fili di legno che i destini seguono, voi fusi, corrono.

328

adueniet tibi iam portans optata maritis

"Presto verrà da te Espero, Espero che porta agli sposi i doni tanto desiderati,

329

Hesperus, adueniet fausto cum sidere coniunx,

presto arriverà tua moglie con una stella felice,

330

quae tibi flexanimo mentem perfundat amore,

per spargere sul tuo spirito un amore che placa l'anima,

331

languidulosque paret tecum coniungere somnos,

e unirmi al tuo sonno languido,

332

leuia substernens robusto bracchia collo.

posando le sue braccia lisce sotto il suo collo forte.

333

currite ducentes subtegmina, currite, fusi.

Correte, tirate i fili di legno, fusi, correte.

334

nulla domus tales umquam contexit amores,

Nessuna casa ha mai ospitato amori come questi";

335

nullus amor tali coniunxit foedere amantes,

nessun amore ha mai unito gli amanti in un tale legame

336

qualis adest Thetidi, qualis concordia Peleo.

come collega Teti con il Pelco, Peleo con Teti.

337

currite ducentes subtegmina, currite, fusi.

Correte, tirate i fili di legno, fusi, correte.

338

nascetur uobis expers terroris Achilles,

"Ti nascerà un figlio che non conosce paura, Achille,

339

hostibus haud tergo, sed forti pectore notus,

conosciuto dai suoi nemici non per il suo dorso, ma per il suo petto robusto;

340

qui persaepe uago uictor certamine cursus

che ha ragione di vincere spesso nella competizione della gara ad ampio raggio

341

flammea praeuertet celeris uestigia ceruae.

supererà i passi della flotta di fiamme della cerva volante.

342

currite ducentes subtegmina, currite, fusi.

Correte, tirate i fili di legno, fusi, correte.

343

non illi quisquam bello se conferet heros,

"Contro di lui non c'è eroe che si batta in guerra,

344

cum Phrygii Teucro manabunt sanguine

quando i torrenti della Frigia scorreranno con il sangue dei Teucri,

345

Troicaque obsidens longinquo moenia bello,

e il terzo erede di Pelope farà piazza pulita

346

periuri Pelopis uastabit tertius heres.

le mura di Troia, con una tediosa guerra che si fa sentire.

347

currite ducentes subtegmina, currite, fusi.

Correte, tirate i fili di legno, fusi, correte.

348

illius egregias uirtutes claraque facta

"I successi e le gesta celebri dell'eroe

349

saepe fatebuntur gnatorum in funere matres,

spesso le madri sono presenti alla sepoltura dei loro figli,

350

cum incultum cano soluent a uertice crinem,

perdendo i capelli scompigliati dalla testa arrossata,

351

putridaque infirmis uariabunt pectora palmis.

e che si sfregiavano i petti avvizziti con mani deboli.

352

currite ducentes subtegmina, currite, fusi.

Correte, tirate i fili di legno, fusi, correte.

353

namque uelut densas praecerpens messor aristas

"Come il contadino che taglia le spighe di grano

354

sole sub ardenti flauentia demetit arua,

sotto il sole cocente falcia i campi gialli,

355

Troiugenum infesto prosternet corpora ferro.

Così egli stenderà con l'acciaio dei nemici i corpi dei figli di Troia.

356

currite ducentes subtegmina, currite, fusi.

Correte, tirate i fili di lana, fusi, correte.

357

testis erit magnis uirtutibus unda Scamandri,

"A testimoniare le sue grandi gesta di valore sarà l'onda di Scamander

358

quae passim rapido diffunditur Hellesponto,

che si riversa all'estero nella corrente dell'Ellesponto,

359

cuius iter caesis angustans corporum aceruis

il cui canale sarà soffocato da cumuli di cadaveri uccisi,

360

alta tepefaciet permixta flumina caede.

e far sì che i torrenti profondi si scaldino con il sangue mescolato.

361

currite ducentes subtegmina, currite, fusi.

Correte, tirate i fili di legno, fusi, correte.

362

denique testis erit morti quoque reddita praeda,

"Infine, anche la testimonianza sarà il premio assegnatogli alla morte,

363

cum teres excelso coaceruatum aggere bustum

quando il tumulo tondeggiante si è arricchito di un'alta collina

364

excipiet niueos perculsae uirginis artus.

riceveranno le membra innevate della fanciulla uccisa.

365

currite ducentes subtegmina, currite, fusi.

Correte, tirate i fili di legno, fusi, correte.

366

nam simul ac fessis dederit fors copiam Achiuis

"Perché non appena la Fortuna darà agli stanchi Acbati la forza

367

urbis Dardaniae Neptunia soluere uincla,

per sciogliere il cerchio forgiato da Nettuno della città dardana,

368

alta Polyxenia madefient caede sepulcra;

l'alta tomba sarà bagnata dal sangue di Polissena,

369

quae, uelut ancipiti succumbens uictima ferro,

che come una vittima cade sotto l'acciaio a due tagli,

370

proiciet truncum summisso poplite corpus.

piegherà il ginocchio e inchinerà il tronco senza testa.

371

currite ducentes subtegmina, currite, fusi.

Correte, tirate i fili di legno, fusi, correte.

372

quare agite optatos animi coniungite amores.

"Venite dunque, unite gli amori che le vostre anime desiderano:

373

accipiat coniunx felici foedere diuam,

che il marito riceva in vincoli felici la dea,

374

dedatur cupido iam dudum nupta marito.

che la sposa sia consegnata - anzi, subito! - al suo ansioso sposo.

375

currite ducentes subtegmina, currite, fusi.

Correte, tirate i fili di legno, fusi, correte.

376

non illam nutrix orienti luce reuisens

"Quando la sua infermiera la visita di nuovo con la luce del mattino,

377

hesterno collum poterit circumdare filo,

non sarà in grado di cingersi il collo con il nastro di ieri;

378

currite ducentes subtegmina, currite, fusi.

[Correte, tirando i fili di legno, voi fusi, correte].

379

anxia nec mater discordis maesta puellae

né la sua ansiosa madre, rattristata dalla solitudine di una sposa scortese,

380

secubitu caros mittet sperare nepotes.

rinunciare alla speranza di avere dei cari discendenti.

381

currite ducentes subtegmina, currite, fusi.

Correte, tirate i fili di lana, voi fusi, correte".

382

talia praefantes quondam felicia Pelei

Tali segnali di divinazione, preannunciano felicità a Peleo,

383

carmina diuino cecinerunt pectore Parcae.

cantavano le Parche dal petto profetico nei tempi passati.

384

praesentes namque ante domos inuisere castas

Perché in presenza corporea di un tempo, prima che la religione fosse disprezzata,

385

heroum, et sese mortali ostendere coetu,

i celesti erano soliti visitare le pie case degli eroi,

386

caelicolae nondum spreta pietate solebant.

e mostrarsi alla compagnia dei mortali.

387

saepe pater diuum templo in fulgente reuisens,

Spesso il Padre degli dei scende di nuovo nel suo tempio luminoso,

388

annua cum festis uenissent sacra diebus,

quando le feste annuali erano arrivate nei suoi giorni sacri,

389

conspexit terra centum procumbere tauros.

vide un centinaio di tori cadere a terra.

390

saepe uagus Liber Parnasi uertice summo

Spesso Liber si aggirava sulla cima del Parnaso

391

Thyiadas effusis euantis crinibus egit,

ha guidato le Thyades gridando "Evoe!" con i capelli che volavano,

392

cum Delphi tota certatim ex urbe ruentes

quando i Delfiani, accorsi con impazienza da tutta la città,

393

acciperent laeti diuum fumantibus aris.

ricevettero con gioia il dio con altari fumanti.

394

saepe in letifero belli certamine Mauors

Spesso nelle lotte mortali della guerra i Mavor

395

aut rapidi Tritonis era aut Amarunsia uirgo

o la Signora del rapido Tritone o la Vergine ramnusiana

396

armatas hominum est praesens hortata cateruas.

con la loro presenza hanno stimolato il coraggio di bande di uomini armati.

397

sed postquam tellus scelere est imbuta nefando

Ma quando la terra si tinse di orrendi crimini,

398

iustitiamque omnes cupida de mente fugarunt,

e tutti gli uomini hanno bandito la giustizia dalle loro anime avide, una

399

perfudere manus fraterno sanguine fratres,

I fratelli si sono cosparsi le mani con il sangue dei fratelli,

400

destitit extinctos gnatus lugere parentes,

il figlio si è allontanato per piangere la morte dei genitori,

401

optauit genitor primaeui funera nati,

il padre desiderava la morte del suo giovane figlio,

402

liber ut innuptae poteretur flore nouercae,

che potesse godere senza ostacoli del fiore di una giovane sposa,

403

ignaro mater substernens se impia nato

la madre innaturale che si accoppia empiamente con il figlio inconsapevole

404

impia non uerita est diuos scelerare penates.

non temevano di peccare contro gli dèi dei genitori:

405

omnia fanda nefanda malo permixta furore

allora tutto il bene e il male si confondono in un'empia follia,

406

iustificam nobis mentem auertere deorum.

ha allontanato da noi la giusta volontà degli dèi.

407

quare nec talis dignantur uisere coetus,

Per questo si degnano di non visitare tali aziende,

408

nec se contingi patiuntur lumine claro.

né sopportare il tocco della luce del giorno.

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Risorse

Progetto VRoma: //www.vroma.org/~hwalker/VRomaCatullus/064.html

John Campbell

John Campbell è un affermato scrittore e appassionato di letteratura, noto per il suo profondo apprezzamento e la vasta conoscenza della letteratura classica. Con la passione per la parola scritta e un fascino particolare per le opere dell'antica Grecia e di Roma, John ha dedicato anni allo studio e all'esplorazione della tragedia classica, della poesia lirica, della nuova commedia, della satira e della poesia epica.Laureato con lode in Letteratura inglese presso una prestigiosa università, il background accademico di John gli fornisce una solida base per analizzare e interpretare criticamente queste creazioni letterarie senza tempo. La sua capacità di approfondire le sfumature della poetica di Aristotele, le espressioni liriche di Saffo, lo spirito acuto di Aristofane, le riflessioni satiriche di Giovenale e le travolgenti narrazioni di Omero e Virgilio è davvero eccezionale.Il blog di John funge da piattaforma fondamentale per condividere le sue intuizioni, osservazioni e interpretazioni di questi capolavori classici. Attraverso la sua meticolosa analisi di temi, personaggi, simboli e contesto storico, dà vita alle opere di antichi giganti letterari, rendendole accessibili a lettori di ogni estrazione e interesse.Il suo accattivante stile di scrittura coinvolge sia le menti che i cuori dei suoi lettori, trascinandoli nel magico mondo della letteratura classica. Con ogni post sul blog, John intreccia abilmente la sua comprensione accademica con un profondolegame personale con questi testi, rendendoli riconoscibili e rilevanti per il mondo contemporaneo.Riconosciuto come un'autorità nel suo campo, John ha contribuito con articoli e saggi a diverse prestigiose riviste e pubblicazioni letterarie. La sua esperienza nella letteratura classica lo ha reso anche un ricercato relatore in vari convegni accademici ed eventi letterari.Attraverso la sua prosa eloquente e il suo ardente entusiasmo, John Campbell è determinato a far rivivere e celebrare la bellezza senza tempo e il significato profondo della letteratura classica. Che tu sia uno studioso dedicato o semplicemente un lettore curioso che cerca di esplorare il mondo di Edipo, le poesie d'amore di Saffo, le argute commedie di Menandro o i racconti eroici di Achille, il blog di John promette di essere una risorsa inestimabile che istruirà, ispirerà e accenderà un amore per tutta la vita per i classici.