Epistulae VI.16 & VI.20 - Plinio il Giovane - Roma antica - Letteratura classica

John Campbell 12-10-2023
John Campbell

(Lettere, latino/romano, 107 ca., 63 + 60 righe)

Introduzione

Introduzione

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"Epistulae VI" ( "Lettere 6" ) è il sesto dei dieci libri di lettere del giurista e autore romano Plinio il Giovane Di queste, le Lettere 16 e 20 sono le più famose (e le più lunghe), scritte allo storico Tacito e che descrivono l'eruzione del Vesuvio quando era ragazzo, nell'agosto del 79 d.C., e la morte di suo zio, Plinio il Vecchio, in un tentativo di salvataggio.

Sinossi

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Plinio inizia la Lettera VI.16 ricordando che il noto storico Tacito gli aveva precedentemente chiesto un resoconto della morte del suo illustre zio, Plinio il Vecchio, e che considerava l'inclusione di tale resoconto in un libro di storia di Tacito come il modo migliore per immortalare la memoria di suo zio.

Egli racconta come Plinio il Vecchio (insieme a Plinio il Giovane Nel pomeriggio del 24 agosto, la madre segnalò una nube di dimensioni e aspetto insoliti (simile a un pino, che si ergeva su un lunghissimo "tronco" da cui si diramavano "rami", in prevalenza bianchi ma con macchie scure di terra e cenere), che pareva sorgere da una lontana località di mare.montagna dall'altra parte della baia, che in seguito si rivelò essere il Vesuvio.

Lo zio, incuriosito e deciso a vederla da vicino, preparò una barca, e il giovane Plinio Proprio mentre stava per partire, però, arrivò una lettera della moglie di Tascius, Rectina, che viveva ai piedi del Vesuvio ed era terrorizzata dal pericolo incombente. Plinio il Vecchio cambiò allora i suoi piani e lanciò una spedizione di salvataggio (sia di Rectina, sia, se possibile, di tutti gli altri che vivevano sulla popolosa costa vicino al Vesuvio), piuttosto cheCosì, si affrettò verso un luogo da cui molti altri stavano fuggendo, tenendo coraggiosamente la rotta verso il pericolo, mentre dettava appunti sul fenomeno.

Man mano che si avvicinavano al vulcano, la cenere cominciò a cadere sulle navi, e poi piccoli pezzi di pomice e infine rocce, annerite, bruciate e frantumate dal fuoco. Si fermò per un attimo, chiedendosi se tornare indietro, come lo esortava il suo timoniere, ma al grido di "La fortuna favorisce i coraggiosi, vai verso Pomponio", proseguì.

A Stabiae, dall'altra parte della baia che si incurva dolcemente, si incontrò con Pomponiano, che aveva caricato le sue navi ma era rimasto intrappolato lì dal vento stesso che aveva trasportato Plinio Plinio il Vecchio fece il bagno, cenò e finse persino di dormire, cercando di attenuare la paura dell'altro mostrando la propria apparente spensieratezza.

La miscela di cenere e pietre del vulcano si è gradualmente accumulata sempre più all'esterno della casa e gli uomini hanno discusso se rimanere al riparo (nonostante gli edifici fossero stati scossi da una serie di forti scosse e sembrassero essersi staccati dalle fondamenta e fossero in procinto di essere distrutti).scivolare) o di rischiare la cenere e i detriti volanti all'aria aperta.

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Alla fine scelsero quest'ultima e si diressero verso la riva con dei cuscini legati sopra la testa per proteggersi dalla pioggia di sassi. Tuttavia, il mare rimase agitato e poco collaborativo come prima, e ben presto si sentì un forte odore di zolfo, seguito dalle fiamme stesse. Plinio il Vecchio, mai forte fisicamente, trovò la respirazione ostacolata dall'aria carica di polvere, e alla fineQuando finalmente tornò la luce del giorno, due giorni dopo la sua morte, il suo corpo fu trovato intatto e illeso, con gli abiti che aveva indossato, e sembrava più addormentato che morto.

La lettera VI.20 descrive Plinio il Giovane Il giovane racconta le proprie attività a Misenum durante l'eruzione, in risposta a una richiesta di maggiori informazioni da parte di Tacito. Racconta che c'erano state scosse per molti giorni prima che suo zio partisse per il Vesuvio (un evento comune in Campania, e di solito non è motivo di panico), ma quella notte le scosse si fecero molto più forti. Il giovane diciassettenne cercò di Plinio per rassicurare la madre preoccupata, e tornò a studiare un volume di Livio, nonostante i rimproveri di un amico dello zio per la sua apparente mancanza di preoccupazione.

Il giorno dopo, lui e sua madre (insieme a molti altri abitanti della città) decidono di allontanarsi dagli edifici, preoccupati di possibili crolli. I loro carri rotolavano da una parte e dall'altra, nonostante si trovassero su un terreno pianeggiante, e sembrava che il mare venisse risucchiato all'indietro, quasi come se fosse spinto indietro dallo scuotimento della terra. Enormi nuvole scure si contorcevano e si arrovellavano, finendo perche si estendevano fino a terra e coprivano completamente il mare, aprendosi di tanto in tanto per rivelare enormi figure di fiamma, simili a fulmini, ma più grandi.

Insieme, Plinio e sua madre continuarono a mettere quanta più distanza possibile tra loro e il centro della conflagrazione, nonostante la madre lo esortasse a proseguire da solo, perché avrebbe fatto più in fretta da solo. Una densa nube di polvere li inseguì e alla fine li superò, e si sedettero nel buio assoluto che portò con sé, mentre la gente intorno a loro chiamava a gran voce i propri cari perduti e alcuniIl fuoco stesso si fermò a una certa distanza, ma una nuova ondata di tenebre e cenere arrivò, sembrando schiacciarli sotto il suo peso.

Alla fine la nube si diradò e si ridusse a poco più che fumo o nebbia, e un debole sole finalmente brillò con un bagliore lurido, come dopo un'eclissi. Tornarono a Misenum, che era sepolta dalla cenere come dalla neve, con la terra che ancora tremava. Alcune persone erano impazzite e gridavano terrificanti pronostici. Si rifiutarono di lasciare la città finché non avessero avuto notizie di Plinio zio, anche se si prevedevano nuovi pericoli di ora in ora.

Plinio termina il suo racconto con le scuse a Tacito per il fatto che la sua storia non è propriamente il materiale della storia, ma gliela offre comunque perché la usi come meglio crede.

Analisi

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Le lettere di Plinio il Giovane sono una testimonianza unica della storia amministrativa e della vita quotidiana romana del I secolo d.C. e alcuni commentatori ritengono che Plinio sia stato l'iniziatore di un nuovo genere letterario: la lettera scritta per la pubblicazione. Si tratta di missive personali dirette ai suoi amici e collaboratori (tra cui figure letterarie come il poeta Marziale, il biografoSvetonio, lo storico Tacito e il suo famoso zio Plinio il Vecchio, autore dell'enciclopedica "Historia Naturalis").

Le lettere sono modelli di pensiero aggraziato e di espressione raffinata, ognuna delle quali tratta un singolo argomento e si conclude generalmente con un epigramma. Sebbene rinuncino all'obiettività, non sono meno preziose come testimonianza storica dei tempi e come immagine dei vari interessi di un colto gentiluomo romano.

Il sesto libro delle lettere è forse più conosciuto per Plinio Il resoconto dettagliato dell'eruzione del Vesuvio nell'agosto del 79 d.C., durante la quale morì suo zio, Plinio il Vecchio. Infatti, Plinio L'attenzione ai dettagli nelle lettere sul Vesuvio è così forte che i vulcanologi moderni descrivono quel tipo di eruzione come pliniana.

Le due lettere riguardanti l'eruzione (nn. 16 e 20) sono state scritte allo storico Tacito, un amico intimo, che aveva chiesto a Plinio Il suo resoconto inizia con le prime avvisaglie dell'eruzione, come una nube di dimensioni e aspetto insoliti, mentre lo zio era di stanza nella vicina Misenum, al comando attivo della flotta. Plinio descrive poi il tentativo fallito dello zio di studiare ulteriormente l'eruzione (esclamando notoriamente "La fortuna favorisce i coraggiosi") e di salvare le vite dei rifugiati, utilizzando la flotta sotto il suo comando.

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La seconda lettera risponde a una richiesta di Tacito di maggiori informazioni ed è data dalla prospettiva un po' più distante dello stesso Plinio il Giovane, mentre lui e sua madre fuggivano dagli effetti dell'eruzione.

Risorse

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  • Traduzione in inglese delle lettere 16 e 20 (Smatch): //www.smatch-international.org/PlinyLetters.html
  • Versione latina (The Latin Library): //www.thelatinlibrary.com/pliny.ep6.html

John Campbell

John Campbell è un affermato scrittore e appassionato di letteratura, noto per il suo profondo apprezzamento e la vasta conoscenza della letteratura classica. Con la passione per la parola scritta e un fascino particolare per le opere dell'antica Grecia e di Roma, John ha dedicato anni allo studio e all'esplorazione della tragedia classica, della poesia lirica, della nuova commedia, della satira e della poesia epica.Laureato con lode in Letteratura inglese presso una prestigiosa università, il background accademico di John gli fornisce una solida base per analizzare e interpretare criticamente queste creazioni letterarie senza tempo. La sua capacità di approfondire le sfumature della poetica di Aristotele, le espressioni liriche di Saffo, lo spirito acuto di Aristofane, le riflessioni satiriche di Giovenale e le travolgenti narrazioni di Omero e Virgilio è davvero eccezionale.Il blog di John funge da piattaforma fondamentale per condividere le sue intuizioni, osservazioni e interpretazioni di questi capolavori classici. Attraverso la sua meticolosa analisi di temi, personaggi, simboli e contesto storico, dà vita alle opere di antichi giganti letterari, rendendole accessibili a lettori di ogni estrazione e interesse.Il suo accattivante stile di scrittura coinvolge sia le menti che i cuori dei suoi lettori, trascinandoli nel magico mondo della letteratura classica. Con ogni post sul blog, John intreccia abilmente la sua comprensione accademica con un profondolegame personale con questi testi, rendendoli riconoscibili e rilevanti per il mondo contemporaneo.Riconosciuto come un'autorità nel suo campo, John ha contribuito con articoli e saggi a diverse prestigiose riviste e pubblicazioni letterarie. La sua esperienza nella letteratura classica lo ha reso anche un ricercato relatore in vari convegni accademici ed eventi letterari.Attraverso la sua prosa eloquente e il suo ardente entusiasmo, John Campbell è determinato a far rivivere e celebrare la bellezza senza tempo e il significato profondo della letteratura classica. Che tu sia uno studioso dedicato o semplicemente un lettore curioso che cerca di esplorare il mondo di Edipo, le poesie d'amore di Saffo, le argute commedie di Menandro o i racconti eroici di Achille, il blog di John promette di essere una risorsa inestimabile che istruirà, ispirerà e accenderà un amore per tutta la vita per i classici.